lunedì 18 dicembre 2006

RISTORANTI AFRICANI...due perle...

E SE VOLETE GUSTARE DIRETTAMENTE QUESTI OTTIMI PIATTI, ECCO A VOI due tipici RISTORANTI africani che vi consigliamo questa settimana…
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Ristorante Dar El Yacout(Marocchino) :Via Cadore, 23/25 MILANO - zona P.ta Vittoria
Tel. 02 5462230

Articolato su tre piani con il tipico patio centrale, un componente classica delle abitazioni nord africane, mette in bella mostra gemme dello stile architettonico moresco come un autentico riad marocchino.
Tra profumi, sapori e suoni da casbah, lasciarsi coinvolgere dai sensi diviene un rito inevitabile riscoprendo magici attimi che solo l’oriente può regalare.
La pricipale particolarità del Dar El Yacout è il servire piatti marocchini secondo il rito raffinato e tradizionale di Marrakech potando a Milano costumi, usanzee tradizioni che restituissero un senso più ampio al rito del pasto.Da gustare: cous cous, tagine, pastilla dolce e salata, mechoui di agnello, pasticceria a base di miele e mandorle, tè alla menta.
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RISTORANTE “AFRICA”: Via Gaeta 26, ROMA tel. 06/4941077.
Situato nella zona di Castro Pretorio, tra la stazione Termini e la cittadella universitaria, che comprende anche la Biblioteca Nazionale e il Policlinico.
La cucina del ristorante si caratterizza per la presenza del pane locale, davvero particolare, che fa un po' da piatto (nel senso che tutti i cibi vi sono disposti sopra), della carne di manzo, che la fa da padrona, e per una forte presenza di spezie varie, che rendono i piatti saporiti ma anche molto piccanti. Il menù è composto d'antipasti, piatti principali e dolci. Tra gli antipasti, c'è la sambusà, una sorta di raviolo croccante, ripieno di carne di manzo, verdure e spezie, davvero ottima, le felafel, ossia delle polpette di ceci e spezie fritte, ottime ma ovviamente pesantucce, e altro ancora… I piatti principali (zighinì, spriss, tibsi…) sono composti di un letto di pane su cui sono disposti pezzetti di carne (soprattutto manzo ma anche vitellone, agnello e pollo) e verdure varie, con tante spezie ad insaporire il tutto, ma anche felafel e un piatto tutto vegetariano. Ovviamente, si mangia tutto con le mani, aiutandosi con il pane. Le bevande sono quasi tutte italiane: vini vari, cola cola, birre, l'immancabile limoncello. Le uniche novità sono costituite da alcuni succhi di frutta esotica (ananas, mango e guava) e dal caffé fatto alla maniera etiopica.

DOLCETTI AFRICANI

E ora solo per voi, cari affamati lettori, tante veloci ricette di dolcetti meravigliosi tipicamente africani da gustare con amici o fidanzati…ingredienti necessari?… Maturi e squisiti frutti tropicali..
Banana, papaia, cocco o mango….Sbizzarritevi dal vostro fruttivendolo di fiducia..


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Tarte tatin alle banane









INGREDIENTI:

240g di pasta sfoglia già confezionata

8 piccole banane(100g)
100g di zucchero di canna


8 cl di Rhum

100g di margarina
3 spicchi di vaniglia
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ISTRUZIONI PER OTTENERE UN DELIZIOSO DOLCETTO:
Preriscaldare il forno a 180°C.
Togliere la buccia alle banane e tagliarle in due nel senso della lunghezza.
Mettere dentro una pentola e su fuoco lento la margarina, gli spicchi di vaniglia e lo zucchero di canna e far sciogliere fino ad ottenere un composto caramelloso.
Aggiungere le banane e far cuocere il tutto per 10 minuti.
Stendere la pasta dentro una tortiera, poi aggiungere le banane.
Mettere nel forno per circa 30 minuti.
Al momento di servire, spruzzare le banane con del rhum e far un flambe.

Consigli: Al momento di servire si può aggiungere alla fetta di torta una pallina di gelato o della panna fresca.



Crumble alla papaia:


INGREDIENTI:
8 cucchiai di latte di cocco
1 papaia
30g di noce di cocco grattuggiata
100g di farina
90g di burro
30g di zucchero
1 goccia di essenza di vaniglia o un pizzico di vaniglia in polvere
1 pizzico di sale

ISTRUZIONI:
Dentro una ciotola, mettere la farina, il cocco, lo zucchero, il sale, il burro lasciato ammorbidire e la vaniglia.
Lavorare il tutto fino ad ottenere una crema omogenea. Metterla al fresco. Aprire la papaia in due. Eliminare i noccioli neri. Pelare il frutto e taglialro a fettine. Distenderlo in modo uniforme dentro una teglia. Riascaldare il latte di cocco. Versare la crema e poi il latte nella teglia. Mettere nel forno a 210°C. Farlo dorare per circa 20 minuti.

domenica 17 dicembre 2006


Sentiamoci nipponici fin dal mattino.
Usciamo da casa con un bel Obento in mano!

Obento べんとう; 弁当
Particolare stile di cucina in cui le vivande vengono servite in un vassoio detto appunto bento; la parola è normalmente usata preceduta dall'onorifico "o" (obento). Le origini sembrano risalire al periodo Kamakura. Oggi la cucina bento viene servita sia in ristoranti normali che in locali specializzati. Gli obento sono anche usati, in forma semplificata e racchiusi in una scatola, per gite, pic-nic, durante il tradizionale hanami, cioè la visita ai ciliegi in fiore e durante i viaggi nei treni veloci a lunga percorrenza (Shinkansen).



Cosa trovo nella credenza di una cucina di un ristorante giapponese?



Alga wakame: è una delle alghe più nutrienti, cresce molto in volume quando viene reidratata; viene utilizzata anche nella cucina macrobiotica.
Aceto di riso: è l'unico aceto che si usa nella cucina giapponese, principalmente nella preparazione del riso per sushi.
Alga konbu: viene utilizzata per aromatizzare i brodi di base, può essere usata più volte e si può conservare in frigorifero
Alga nori: venduta in fogli sottilissimi è la più usata nella cucina giapponese, se è di colore verde vuol dire che è già tostata.
Senape giapponese: è di gusto piuttosto forte e a a differenza della senape occidentale ha il colore di un giallo più intenso.
Wasabi in pasta: è la radice di una pianta simile al rafano, dal sapore piccante, viene venduta in polvere o in pasta, è findamentale pre preparare e accompagnare il sushi
Zenzero rosa a fette: radice dello zenzero tagliata a fettine sottili e conservata sottaceto, solitamente servita con il sushi.
Fiocchi di bonito: è un pesce della famiglia dello sgombro, seccato e poi affettato sottilmente per ottenere delle scaglie trasparenti (katsuo-bushi). È praticamente quello che per noi è il grana padano.

NIGIRI SUSHI


Ingredienti per 8 persone:


1/2 porzione di riso per sushi
1 kg di pesci assortiti (tonno, salmone, orata, gamberi uova di salmone, piovra)
1 1/2 cucchiaio di wasabi in pasta
1 cucchiaio di aceto di riso
2 fogli di alga nori
scaglie o striscioline di ginger all'aceto
2.5 dl di salsa di soia chiara
Riso per sushi
1 kg di riso bianco a chicchi piccoli
1.1 litri di acqua
1 quadretto di 7.5 cm di alga konbu
1.5 dl di aceto di riso
1 cucchiaio di sake
50 g di zucchero
3 cucchiaini di sale


Tempo occorrente: 1 ora e 30 minuti


Preparazione:

Mescolare l'aceto di riso con acqua fredda in una ciotola, con le mani inumidite di acqua acidula, prendere una porzione di riso per sushi grande come una grossa noce, schiacciarla nel palmo della mano e le dite ripiegate in modo da darle una forma ovale.
Prima di aggiungere il ripieno, si spalma del wasabi su ciascun nigiri sushi. Quando le polpette di riso sono pronte, prendere un pezzo di pesce o un frutto di mare, spalmare del wasabi sul lato inferiore e appoggiarlo sul riso premendo leggermente e usando sempre le dita dell'altra mano per correggere la forma: le polpette dovranno essere il più possibile uguali. Il ripieno dovrebbe sporgere leggermente dai lati. Disporre il sushi su un piatto, accompagnati da abbondante ginger all'aceto e salsa di soia. Intingere leggermente le polpettine nella salsa di soia prima di mangiare con le dita.

P.S.: Lettori/trici di IL Mestolo posso dirvi che ho preparato il sushi per i miei genitori in visita a Milano con questa ricetta. Per di più, i commensali erano particolarmente ostici da soddisfare ( - Sushi? Ma cos'è? Un nuovo modo di fare pasta al forno? -), ma alla fine ho fatto una gran bella figura!

Quindi non diffidate, se Le Ragazze del Mestolo dicono una cosa è perché l'hanno provata sulla loro pelle!!!

Perché c’è un po’ di GiapponeMania in ognuno di noi


Ovviamente deve piacere il riso. L'elemento più importante della tavola giapponese, il piccolo e gustosissimo riso locale, si mangia con tutto, bollito e sempre senza condimento.
Il riso accompagna le vivande: apre e chiude i pranzi, costituisce per molti il cibo principale o l'unico.
I pasti durante la giornata sono tre: al mattino piuttosto presto la colazione può essere "alla giapponese" cioè con riso o pesce o "all'occidentale" con il classico caffè e pane (o brioches). Della colazione alla “Nippon Way” fanno parte anche cibi che per il nostro palato possono sembrare molto forti, soprattutto al mattino, come verdure sottaceto o in salamoia, o pesce secco.
Ciò che comunque non può mai mancare è ( come dirlo!) il riso, servito in una scatola laccata con coperchio che lo mantiene caldo. Il resto delle vivande cambia a seconda della stagione e può spaziare dalle uova, al pesce e alle verdure. Talvolta si può fare uso di piccoli fornelli, posati sulla tavola, su cui cuocere primizie di stagione, come funghi o altro.
Il pranzo quando si è al lavoro o comunque fuori casa, è al sacco. In questi casi si usa il bento, una specie di cestino da viaggio, una scatoletta di legno (o plastica) chiaro che contiene sempre riso, pesce o carne e verdure a pezzetti. Si consuma naturalmente con le bacchette (hashi o bashi) che nonostante l'occidentalizzazione marcata sono preferite alla forchetta e al coltello. La cena è solitamente consumata a casa.
La cucina giapponese è molto semplice, senza spezie, frugale, ma non priva di fantasia e raffinatezza. Infatti i piatti sono presentati curando in modo incredibile la forma, un cibo prima di essere mangiato deve essere prima di tutto bello da vedere.
I piatti tipici della cucina giapponese sono: il Sukiyaki sottili lamelle di porri con diverse verdure tagliate a fettine e Tofu un formaggio fatto a base di soja cotti con un saporito miscuglio di sake, disalsa di soja e di zucchero; il Tempura, scampi, pesci e verdure passati in un finissimo impasto per bignè e poi immersi nella frittura; il Sushi, riso con aceto sormontato da pesce crudo, aragostine bollite, frittata dolce e altro; lo Yakitori, pezzettini di carne e di fegato di pollo e verdure passati alla griglia, conditi con salsa di soja leggermente dolce e sale; il Tonkatsu, scaloppe di maiale panate e fritte, servite con cavolo crudo tagliato sottile; il Sashimi, fettine di pesce fresco crudo (tonno, orata, sogliola ed altri) con una salsa di soja.
Il Sake, ossia il vino di riso giapponese, accompagna gradevolmente queste pietanze.


Un pizzico di 日本/日本国 nei nostri piatti


Prepariamo assieme il Tempura?
Amiche niente paura! Le ragazze del mestolo si sono immerse nella cucina giapponese e vi dicono subito che: non ci sono solo cibi fritti! Il segreto e la maestria nel rendere questi piatti deliziosi sta proprio nel renderli il più leggeri possibile!

Ma veniamo a noi: questa famosissima frittura mista di pesce e verdura deve la sua fama all'abilità dei cuochi nipponici nel renderla leggerissima. Ma è soprattutto un rito conviviale che - se preparata in casa - necessita di qualche trucco.

Ingredienti:
14 gamberoni, 14 punte di asparagi, 14 cipolline novelle, 2 melanzane , 7 patate novelle piccole.
Per la pastella: 1 rosso di uova, una tazza di farina passata al setaccio, acqua e sale.
Per la salsa base: 10 cucchiai di soia, 3 bicchierini di sakè, un cucchiaio di zucchero, un cucchiaio di glutammato monosodico.

Prima di tutto ecco alcuni consigli:
1) Per non fare la spola con la cucina e rendere più divertente la cena portate in tavola l'occorrente per friggere servendovi di una pentola da "fondue bourguignonne" (con fornellino ad alcool) o della friggitrice elettrica.
2) Portate in tavola anche la pastella tenuta in frigorifero fino all'ultimo istante. 3) Accanto ad ogni commensale preparate una ciotolina per le salse.
Dovete sapere che buona parte del successo della Tempura sta nella pastella.
Ma non agitatevi: è molto semplice.
Sbattete il tuorlo in una terrina e aggiungetevi l'acqua che deve essere freddissima; unite quindi la farina mescolando adagio.
Conservare in frigorifero anche per più di un'ora. L'olio, invece, deve essere ben caldo (160 gradi circa), ma non rovente.
Adesso preparate gli ingredienti: punte di asparagi pulite, melanzane tagliate a fette di due centimetri e poi a rombi, le cipolline divise a metà, le patatine novelle spelate, i gamberoni sgusciati ( con la coda, please! ).

Maneggiando gli spiedini di bambù, ogni commensale prenderà un pezzo, lo intingerà nella pastella gelata, quindi lo immergerà nell'olio bollente facendolo sfrigolare e dorare.
Una volta estratto, lo passerà velocemente nella salsina posta vicino al piatto per poi mangiarlo. La salsina può essere arricchita secondo il gusto del commensale con altre salse piccanti o agro-dolci che si possono trovare già confezionate.

sabato 16 dicembre 2006

Natale in sudamerica

Il Natale in questi paesi è parecchio diverso dal nostro e la differenza principale è il clima..
Ebbene sì loro festeggiano al caldo perché la stagione è l’estate..
Pensate fare gli auguri di Natale o di Buon Anno Nuovo spaparanzati su una splendida spiaggia, e tra un bagno e l’altro mangiarsi il Panettun!!!!!!

Eh sì il clima ed il paesaggio cambiano proprio tutto, noi pensiamo al natale con piumino, neve e pupazzi di neve in giardino..
Di conseguenza cambiano le ricette proposte per la vigilia o il pranzo, andiamo a scoprirle.. Naturalmente sono tantissime e non riesco a mettervele tutte per tutti i paesi vi segnalo le più importanti e quelle più tradizionali:
Ad esempio in Brasile….
La tradizione viene seguita con una cena abbondante e raffinata. Festeggiato con allegria, in compagnia degli amici, familiari. Tutto viene preparato con molta cura, la decorazione in verde, rosso e dorato.
Il Natale è un momento unico dell'anno e merita di essere festeggiato con quello che abbiamo di meglio a casa, e con amore. Hai una scusa per levare dal cassetto, e dall' armadio, le cose preziose, come una bella tovaglia ricamata (se possibile mettete un'altra rossa o verde sotto, fa un effetto simpatico), i cristalli, le migliore posate, belli fiori con rose rosse, o stelle di Natale, candele colorate. Pero lo sguardo principale deve essere rivolto al menu, parte fondamentale per il successo completo della festa. Seguono le ricette che non possono mancare al tavolo di chi ci tiene alle tradizioni brasiliane.

Tender
Ingredienti:


1 prosciutto affumicato senza osso de circa 5 kg, 2 tazze di polpa di "maracujá"passata sul setaccio, 2 tazze di zucchero grezzo, ¼ di tazza di salsa inglese, sale.

Preparazione:

Togli la pelle grossa del prosciutto e fai tagli a quadretti su tutta la superficie.Metti al forno (200° C), prima riscaldato, per 1 ora. Mescola il "maracujá"passato sul setaccio, lo zucchero grezzo e la salsa inglese e bagna tutto il prosciutto.
Riporta al forno per ancora 1 ora, bagnando di tanto in tanto con il brodo, fino che sia cotto dentro e dorato fuori. Fai il test, infilando la forchetta nella carne, non dovrebbe uscire nessun liquido.



E per dolce..

Patate dolce con mele

Ingredienti:

1 kg di patate dolce, ½ tazza di burro, 6 mele rosse "argentine", tagliate a cubetti, senza semi e senza buccia, ½ tazza di succo di limone, ½ tazza di zucchero grezzo, stretto nella tazza, ½ cucchiaino di cannella in polvere, 2/3 di tazza di vino del Porto.

Preparazione:

In una pentola con abbondante acqua, aggiungi le patate e porta al fuoco fino che siano cotte e morbide.Scola, lascia raffreddare, togli le bucce e taglia a cubetti. In una pentola grande, riscalda il burro, aggiunga le mele e cuoci a fuoco moderato, sempre mescolando, per 3 minuti o fino che sono morbide. Alza il fuoco, aggiungi il succo di limone, lo zucchero grezzo, la cannella e il vino e lascia bollire. Rallenta il fuoco e cuoci per ancora 3 minuti. Aggiungi le patate e mescola delicatamente, avendo cura per non romperle.
Servire tiepido.
Sono ricette davvero semplici e gustosissime, quindi avanti con gli arnesi del nostro mestiere e stupiremo tutti gli ospiti e credetemi un Natale cosi non se lo dimenticheranno…
Per amalgamare il tutte e per dare una vera e propria parvenza brasiliana non possiamo non abbinare:
Bevanda natalizia
Ingredienti:


1 arancio senza buccia, tagliato a fette fine, alcune foglie di arancio, ciliegie sciroppata.Per la bevanda:1,5 litro di succo d'arancio, ¼ di tazza di succo di limone, 1 tazza di marmellata di ciliegie, 3 tazze di vodka, 2 tazze di "club soda" (tonica), 1 litro di "sprite".

Preparazione:

In una teglia (con il buco in mezzo), di 20 cm di diametro, riempi fino a metà con acqua filtrata e bollita. Metti al congelatore, fino che si congeli. Sopra disponi le fette di arancio sovrapposte e decora con le foglie di arancio e le ciliegie.
Copri con un altro poco d'acqua fino a riempire e metti nuovamente al congelatore. Fino a questo punto tutto deve essere preparato un giorno prima. Circa 2 ore prima di portare a tavola, mescola i succhi di arancio e limone con la marmellata di ciliegie e la vodka. Metti al frigo. Al momento di servire, metti il mescolato di succhi di frutta in una tazza grande.
Aggiungi la tonica e la "sprite" e mescoli rapidamente. Immergere la teglia in acqua calda e togli il ghiaccio decorato.Mettilo nella tazza, con la parte decorata sopra. Servire subito.

Per quanto riguarda il Messico ecco la ricetta più “stramba” che ho trovato e provato…

Mole Poblano de Guajolote


Questa è la ricetta riportata da un bellissimo libro "Messico e la sua grande cucina".
La versione originaria di questo piatto prevedeva l'uso di oltre cento ingredienti: ogni famiglia in Messico ha una sua versione, così come capita per tutte le ricette tradizionali in ogni parte del mondo. E' difficile da realizzare data la scarsissima reperibilità degli ingredienti... a meno che non si passi prima da uno dei mercati di Puebla!

Ingredienti

 1 tacchino giovane a pezzi di circa 4 kg
 4 litri di acqua
 4 spicchi d'aglio
 1 cipolla
 1 cucchiaio di sale
 g 220 di chiles anchos (carnosi e scuri, sapore agrodolce)
 g 315 di chiles mulatos (carnoso, scuro, amarognolo)
 g 90 di chiles pasilla (piccolo, rotondo, piccante)
 g 750 di jiitomates (pomodori rotondi, piccoli, buccia spessa e dalla spiccata acidità)
 g 60 di semi di sesamo
 g 155 di mandorle pelate
 g 90 di uva passa
 g 105 di arachidi
 g 30 di pane bianco a cassetta
 g 200 di strutto
 g 90 di cioccolato fondente ad altissima percentuale di cacao
 3 peperoncini chilpotles (seccati ed affumicati)
 1 grossa cipolla tritata
 10 spicchi d'aglio
 1 tortilla
 1 cucchiaio di semi di anice
 1 pezzetto di bastoncino di cannella
 4 grani di pepe nero
 8 chiodi di garofano
 1 cucchiaio di zucchero
 strutto abbondante

Preparazione


Cuoci il tacchino in un brodo preparato con i primi 5 ingredienti, finché non è tenero.Scola, conserva il brodo e tenete da parte.In una padella (oddio, servirebbe il comal...) tosta per 1 o 2 minuti al massimo i chiles anchos, pasillas e mulatos.
Aprili, privali dei semi e lasciali a macerare in acqua caldissima per un'oretta.Scolali e macinali nel mortaio (vabbè, vada per il frullatore). Arrostisci al grill i pomodori interi, privali della buccia e dei semi e frullali insieme ai chiles chipotles, precedentemente tostati e puliti.
Metti lo strutto in un tegame soffriggi la cipolla e l’aglio che aggiungerai poi alla salsa nel frullatore (oops, mortaio!).
Sempre nello stesso strutto, soffriggi le mandorle, le arachidi, i chiodi di garofano, i grani di pepe, la cannella, i semi di anice per qualche minuto.Riduci tutto a crema insieme all'uvetta precedentemente ammollata.Da ultimo friggi nello strutto i pezzi di tacchino, e tienili da parte al caldo.
Sempre nello stesso strutto, riunisci tutti gli ingredienti preparati sinora e fate bollire insieme per 5 minuti: poi aggiungi il cioccolato e lo zucchero, fai sciogliere bene, quindi diluisci con 1 litro del brodo caldo e filtrato.
Salta e fai cuocere per una ventina di minuti coperto: dopo di ché aggiungi il tacchino ed altro brodo se la salsa fosse troppo densa.
Cuoci a fuoco lento per far insaporire bene la carne e servi cospargendola con i semi di sesamo tostati.
E' consigliabile preparare la salsa il giorno prima, affinché gli ingredienti possano fondersi ed amalgamarsi meglio.
E per finire vediamo cosa preparano in Argentina:



Carbonada criolla



Ingredienti

400g di polpa di manzo, 1/2 bicchiere d'olio, 1 cipolla, 1 pomodoro, 1 foglia di alloro, 1 bicchiere di brodo, 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro, 1 cucchiaino di zucchero, 4 pannocchie fresche, 300g di zucca, 2 patate, 2 patate dolci, 100g di frutta essiccata (albicocche, pere..), sale e pepe.

Preparazione

Mettete la frutta secca (albicocche, pere o altro) in acqua ad ammollare per una notte.Tritate la carne a mano grossolanamente (a dadolini) e rosolatela in olio con la cipolla tritata. Unitevi la polpa del pomodoro a pezzetti, la conserva, la foglia d'alloro e lo zucchero. Lasciate insaporire il tutto con brodo.
Intanto tagliate le pannocchie tenere a dischi di 2cm di larghezza ad aggiungetele alla carne in cottura (se molto tenere, aggiungetele più avanti).Fate cuocere il tutto per 40 minuti a fiamma bassa e a recipiente coperto.Trascorso questo tempo, unite al composto le verdure a dadini e la frutta secca ammollata a pezzetti. Ultimate la cottura e servite bollente, con riso lessato.

Natale in sudamerica

E per concludere farei un excursus culinario tra le ricette natalizie sud americane, sempre per rimanere in tema ma comunque aggiornata con i tempi.
Ebbene si tra 10 giorni spaccati è natale e quindi per stupire parenti ed amici il giorno della vigilia ( o del pranzo del 25) dobbiamo preparare qualcosa di insolito.. quindi diamo fondo alla nostra fantasia con qualche ricetta utile e gustosissima!!


Il Natale è una festa accompagnata da diversi costumi, folklore e celebrazioni, variabili da paese a paese, sia dal punto di vista sociale che religioso.
Molte sono le tradizioni, le pratiche e i simboli familiari del Natale, come l’Albero di Natale, lo Zampone, il Ceppo di Natale, l'agrifoglio, il vischio, la stella di natale, lo scambio di doni, già presenti nelle tradizioni di alcuni popoli nordici prima dell'introduzione del cristianesimo.

Le celebrazioni del solstizio invernale erano molto diffuse e popolari nel Nord Europa, e prima che fossero recepite nella tradizione cristiana, la parola Natale era definita con yul, da cui è stata tratto il termine anglosassone yule che significa appunto Natale. Per quanto riguarda l'albero di Natale, si crede che sia stato introdotto per la prima volta in Germania.


I temi dominanti le feste religiose del Natale sono condizionati fortemente dalla religione cattolica. Costumi secolari che stanno alla base del portare doni, sono un misto di tradizioni locali ed Europee. Queste tradizioni comprendono "El Niño Jesus", o "Gesù Bambino", che porta doni ai bambini della Colombia; in Cile è viva la tradizione di Viejo Pasquero o Vecchio Uomo del Natale, mentre in Brasile la tradizione di Papai Noel rassomiglia molto a quella di Santa Claus.

In Sud America le tradizioni legate ai "Santi" sono più seguite in quanto donano alla gente un senso di spensieratezza nell'attesa del Natale, e per questo a tali personaggi, sono stati attribuiti tanti sistemi per entrare nelle case durante la notte: dalle scale ai trampolini. In Argentina i doni vengono portati il 6 Gennaio, il "Giorno dei Tre Re"; qui i bambini lasciano le scarpe sotto il letto ed al mattino se le ritrovano piene di dolci o piccoli doni portati dai Magi, che li si sono fermati, sulla strada verso Betlemme.
Le scene della natività sono profondamente radicate nelle tradizioni natalizie del Sud America, sia presso le famiglie che nei luoghi pubblici. In Perù, dove vi è una forte componente di discendenti dei nativi americani, le figure del Natale sono spesso intagliate a mano secondo uno stile antichissimo. In Messico invece sono molto vive le tradizioni legate alle processioni, eventi che mimano ed esaltano la nascita del Cristo. Il pranzo anche in queste zone è molto importante e varia da zona a zona e da regione a regione. Anche qui il Natale viene celebrato con luci, feste, vacanze e, siccome nell'emisfero sud è estate, anche con fuochi d'artificio soprattutto nelle città Brasiliane.
In molte aziende, scuole e comunità di molti paesi vengono organizzate ricevimenti e balli legati al Natale e sono feste che di solito lo precedono di diverse settimane.
Alcuni gruppi, invece, mettono in scena suntuosi spettacoli, specialmente in America Latina. Altri, organizzano canti erranti e visitano i vicini di casa intonando canzoni natalizie. Nel mondo anglosassone, queste canzoni vengono chiamate carolling. Altri ancora svolgono, durante queste feste, del volontariato al fine di raccogliere fondi, destinati ad opere di carità.
Sia nel giorno di Natale che nel giorno di Santo Stefano si preparano pranzi particolari, serviti con speciali menù variabili da paese a paese.
Nell'America Latina il Cristianesimo era inizialmente la religione dei conquistatori. Col passare dei secoli, si è trasformato in un grande contenitore in grado di cogliere e riunire sincreticamente le tradizioni indigene o importate dall'America, fino ad assumere caratteri nuovi e grande popolarità.

Secondo la consuetudine messicana, il Natale viene anticipato nei nove giorni precedenti, denominati las navidades, da celebrazioni religiose che hanno luogo in tutte le più importanti chiese. In queste giornate, che simboleggiano la gravidanza di Maria, in ogni casa si allestiscono le pifiatas, grosse pentole in coccio rivestite di carta stagnola colorata ai cui lati si applicano dei coni fatti con cartoncino o carta di riso, da cui pendono striscioline multicolori.

Le pifiatas vengono riempite di frutta di stagione (mandarini, arance, jicamas, albicocche, lime), confetti e pezzi di canna da zucchero. Chi ha poi bambini in casa, si diverte a fare con loro piccole pifiatas, preparate avvolgendo otto volte con della carta da giornale un palloncino gonfiato e spennellando poi la carta con una soluzione collosa di farina e acqua; a questo punto, si buca il palloncino e si decora la sfera rimasta che costituisce la base per coloratissime decorazioni che si rifanno spesso ai volti dei beniamini televisivi dei più piccoli.

Al termine dei nove giorni, in chiesa, in strada o in casa, si inscena una breve rappresentazione, conosciuta come las posadas, il nome che designava le locande per pellegrini un tempo situate lungo le strade maestre. Una coppia bussa ad una porta chiusa, recando delle candeline accese.
Impersonano Giuseppe e Maria, che vagano alla ricerca di un ricovero dove riposare, non avendo fin lì trovato alcun albergo. I padroni di casa tergiversano, secondo le prescrizioni rituali; infine, venuti a conoscenza della gravidanza avanzata di Maria, offrono loro alloggio. Tutti insieme, a mezzanotte, cantano, in un clima di grande festa, alla nascita di Cristo, che viene deposto nel presepe, mentre i bambini rompono con dei bastoni le pifiatas e si tuffano a terra, alla ricerca del frutto più buono. La caratteristica più evidente delle festività brasiliane di fine anno è il costante sincretismo fra elementi cristiani e non. Nel corso del tempo, l'arrivo nel continente di enormi quantità di africani in conseguenza al commercio degli schiavi e la presenza di colonizzatori cattolici, hanno portato allo sviluppo di forme religiose del tutto originali, in cui i santi cristiani e gli spiriti delle religioni africane si sono intrecciati in un indistinguibile amalgama. Ad esempio, a Florianopolis, un'isola a sud del Paese, l'ultima notte dell' anno si festeggia sulla spiaggia.

Accanto alle celebrazioni usuali (come in Europa, anche qui si sparano nel cielo fuochi artificiali, ma la funzione di scacciare l'inverno e richiamare il sole perde di senso; infatti, il Brasile e l'intera America del Sud sono collocati nell' emisfero australe e festeggiano il Natale e il Capodanno in piena estate), nella stessa spiaggia i cardesisti, seguaci della religione spiritista fondata da Alain Cardin, rigorosamente vestiti di bianco, danzano in tondo fino ad essere posseduti dagli spiriti. L'indomani, sempre dalla stessa spiaggia, si lanciano fiori in acqua in offerta a Yemanja, dea del mare e della prosperità appartenente al pantheon del candomblé, religione di origine loruba (termine che identifica l'insieme di popolazioni del sud-est nigeriano).

L'offerta a Yemanja interessa tutti, indipendentemente dal culto di appartenenza; ad essa partecipano sia cattolici che cardesisti, ma agli iniziati al eandomblé spetta anche il dono di cibo.
A conclusione del ciclo festivo è l'Epifania, molto sentita in tutta l'America Latina.

In Argentina come in Messico, la si festeggia consumando la rosea de los Reyes, una grossa ciambella nel cui impasto, arricchito di canditi, si nascondono a seconda del luogo due o tre bamboline o delle uova sode. Nelle famiglie tradizionali messicane, al momento della distribuzione del dolce ai commensali, si presta grande attenzione a chi andranno in sorte le bamboline, perché ad essi toccherà offrire una festa il giorno della Candelora. Se in Europa è la Befana a mettere i suoi regali nelle calze, in Argentina sono invece i Re Magi a visitare le case, elargendo doni ai bimbi che avranno messo fuori dalla porta le loro scarpe, accanto alle quali avranno preparato un catino d'acqua e qualche filo d'erba per i cammelli. Anche qui, i dispensatori di doni li mettono sempre in una calzatura.

Le scarpe infatti, come la calza della Befana o lo stivale di San Nicola, mettono in comunicazione l'uomo con il suolo e creano un legame con il sottosuolo magico. La cena della Vigilia si tiene dopo la messa di mezzanotte ed interrompe il digiuno rituale. In Messico, se nelle case meno abbienti il menu non si discosta affatto da quello quotidiano (frìjoles e tortillas), sulle tavole più ricche trionfano il tacchino ripieno di verdura o il cosciotto di maiale al forno, accompagnato dal guaeamole (salsa a base di avocado), piatti, questi ultimi, presenti in tutte le feste importanti.
In Argentina, il piatto principale è la earbonada eriolla, mentre la specialità brasiliana è una porchetta con una mela in bocca, adagiata su un letto di fette d'ananas e di pesche e circondata dalla jàrofa, una crema di farina di aipim (manioca), cipolla, aglio, coriche , grasso di maiale. La tradizione brasiliana prescrive che a Capodanno non si mangino gli animali che razzolano.


E i bambini? Loro sono sicuramente i protagonisti del Natale proviamo a veder come lo vivono in Messico
Ai bambini di tutto il mondo piace rappresentare la storia della natività; in Messico recitano l'episodio di Maria e Giuseppe in cerca di un riparo per la notte. La sera del 16 dicembre si comincia ad addobbare le case con piante verdi, muschio e lanterne di carta colorata. Poi i bambini formano una processione chiamata "posada": i primi quattro portano sulle spalle una tavoletta con le statue di Maria a cavallo dell'asino e di Giuseppe, dietro a loro camminano tutti gli altri bambini con una candela accesa in mano.
La "posada" passa davanti alle case di vicini e amici, mentre i bambini cantano in coro chiedendo ospitalità per Maria e Giuseppe. Tutti però li cacciano via, dicendo che non hanno posto e minacciando di picchiarli... La processione continua di casa in casa, finché qualcuno, finalmente li invita ad entrare.

Un'antica leggenda natalizia racconta la meravigliosa storia di una bimba messicana che non aveva niente da offrire a Gesù. La vigilia di Natale la piccola se ne stava tutta triste davanti alla porta della chiesa, osservando i fedeli che entravano con le loro offerte. Vicino a lei, mezza nascosta dalla vegetazione, c'era la statua di un angelo. La bambina allora, cominciò a strappare le foglie cercando di liberare la statua... all'improvviso udì una voce che le diceva: "Porta questa pianta in chiesa, Gesù vi benedirà entrambe". Obbedendo alla voce, la bambina fece un mazzo con i rami della pianta ed entrò in chiesa. Mentre avanzava verso il presepe, le foglie in cima ad ogni ramo diventarono rosso fuoco, come se stessero bruciando.. Quella bellissima pianta era la poinsezia che, da allora, si vende proprio nel periodo di Natale. Molti la chiamano Stella di Natale, in ricordo del miracolo che Gesù fece per quella bimba che lo amava tanto. I bambini messicani ricevono i regali il 6 gennaio per l'Epifania.


A Natale, invece, si organizza per loro un bellissimo gioco, "la pinata". E' un gioco tutto particolare che ai bambini piace moltissimo. Le pinatas sono delle brocche di terracotta decorate con arte, piene di caramelle e regalini. Hanno le forme più incredibili e fantasiose di animali, uccelli, pupazzi o palle. Il gioco si svolge di sera, dopo le preghiere della posada. Si appendono le pinatas in alto, ad un ramo o ad un palo e le si fanno dondolare. A questo punto i bambini, con gli occhi bendati, cercano di romperle con un bastone.
A forza di picchiare, qualcuno ci riesce e allora tutti si precipitano a raccogliere giochi, frutta e caramelle sparpagliate in terra.

venerdì 15 dicembre 2006

CIOCCOLATINI ALLE SPEZIE:mini ricette per grandi sapori..


Allo zenzero, al peperoncino, alla cannella, all’assenzio, al cardamomo…Come più desiderate…Sbizzarritevi!!

Il cioccolato aromatizzato abbina alle virtù del cacao quelle delle spezie, stimolanti, aperitive, corroboranti e digestive.
Preparare in casa i cioccolatini è molto semplice: si scoglie dell’ottimo cioccolato fondente a bagno maria, senza che l’acqua raggiunga mai il bollore.
Una volta sciolto il cioccolato, si aggiunge un pizzico della spezia prescelta, in polvere o tritata finemente. Si cola il composto negli appositi stampini pennellati all’interno con un velo di burro fuso. Ecco fatto!

SE USATE IL PEPERONCINO……

BELLEZZA E VIRTU’ TERAPEUTICHE
Potrà sembrare strano questo accostamento perché il peperoncino è una spezia troppo forte per pensare di poterla usare a scopi estetici, eppure la tradizione popolare ci tramanda ricette in cui è l’ingrediente principale.
Capelli:
Gli abituali consumatori di peperoncino non hanno problemi di calvizie. Come cura preventiva in caso di predisposizione ereditaria ereditaria e per fermare in ogni caso la caduta dei capelli, niente di meglio che divenire abituali consumatori di peperoncino, rafforzando così anche la struttura dei capelli.
Cellulite
Argilla mescolata a peperoncino per ottenere fanghi iperattivi con cui fare impacchi sulle zone interessate. Massaggiando pazientemente con questo preparato gli in estetismi della cellulite spariranno.
Torcicollo
Fare spennellature sulla parte dolorante con un infuso all’8% (8 parti di peperoncino in 100 di acqua) di peperoncino, lasciate riposare per 25 minuti. È una buona cura anche nei casi di lombaggine.
PEPERONCINO E AMORE
Ma che cosa c’è di vero dietro la credenza che vuole il peperoncino dotato di portentosi effetti afrodisiaci? Sicuramente soltanto la fantasia di chi si lascia suggestionare dal sapore piccante e dal colore rosso. Se vogliamo dare una spiegazione scientifica possiamo dire che il peperoncino è molto ricco di vitamina E, la cosiddetta vitamina della fecondità e della potenza sessuale.Sicuramente, quindi, anche per questo motivo, si pensa che questa rigogliosa pianta possa risvegliare i sensi più sopiti. …
E PER FINIRE UN OMAGGIO POETICO E UNO FLOREALE (Per i più colti e intellettuali!!!)
Anche il Vate per eccellenza, Gabriele D’Annunzio, pregato di magnificare un brodetto di pesce alla sua regione, l’Abruzzo, dedicò un’ode, forse poco conosciuta, ma non per questo meno interessante, al nostro protagonista.

Ospite che a noi vieni, intelligente,
ed hai papilla tremula, sapiente,
questa che noi t’offriamo è la tepente
anco preziosa
salsedine del mare che si sposa all’aroma di terra generosa
e a quel che l’arca serba
a noi prezioso pane croccante.
Nel glauco mare che già amaro in sante
Rampogne il Vate disse, nel sonante
Mare che specchia Febo italo amante
Divino ardente,
di tra i flutti prendemmo la silente figliolanza del cefalo lucente,
il turgido merlango paziente,
il gran testa,
l’orata a rombo, tutta d’or contesta,
il salifero scorfano, la mesta murena grassa dalla strana vesta
a maglie nere
degli scogli dell’Adria; dai fiorenti orti cogliemmo il timo,
i rossardenti diavoletti folli e le virenti erbette fini.
Il fuoco lento infine alle terrine porose demmo,
e il canto alle marine spiagge che vider navi anche col rostro,
nessun brodetto mai eguaglia il nostro!

SE USATE LA CANNELLA...sappiate che...


La Cannella o Cinnamomum zeylanicum proviene dalle piantagioni di cannella di Ceylon, dall'India orientale, dalle Antille, da Giava e dal Madagascar. Le sue proprietà terapeutiche sono innumerevoli anche se generalmente viene considerata un ottimo ingrediente nella preparazione di dolci o come componente aromatica di alcune formule farmaceutiche. Pochi conoscono invece le eccezionali proprietà afrodisiache di questa "corteccia" che può essere usata nei casi più ribelli di astenia sessuale.
E' chiaro che quando si parla genericamente di impotenza o di mancanza di entusiasmo amoroso, ci si riferisce sempre a problemi derivanti da fattori transitori, legati a momentanei cali d'energia, sia di origine fisica che psichica.
L'impotenza patologica, derivante da fattori endocrini o meccanici che colpiscono l'apparato sessuale non possono trarre giovamento da un trattamento fitoterapico.
Al contrario, certe "debacle" improvvise o certi ricorrenti periodi di "freddezza" possono essere efficacemente superati con l'uso di preparati a base di Cannella di Ceylon.
E' bene sempre tenere presente che, anche nell'uso dei prodotti naturali, il buon senso e la misura sono elementi importanti per il buon funzionamento della terapia. Ogni abuso può avere effetti nettamente contrari allo scopo prefisso.
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E INOLTRE….alcune “pozioni magiche” a base di cannella..
Con la Cannella due sono le più conosciute "pozioni" da preparare per avere successo in amore o per indurre un partner svogliato a ritrovare la sua carica erotica.
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VINO AFRODISIACO
In un litro di vino di Malaga aggiungere:
Spicchi di vaniglia 30 gr.
Cannella 30 gr.
Ginseng 30 gr.
Rabarbaro 30 gr.

Lasciare macerare per 15 giorni, agitando ogni giorno. Filtrare e aggiungere 15 gocce di tintura d'ambra. Bere un bicchiere da liquore dopo ogni pasto. Non eccedere nelle dosi.

LIQUORE “AMORE PERFETTO”
In due litri di acquavite aggiungere:
Scorza di limone 40 gr.
Timo 10 gr.
Cannella 15 gr.
Vaniglia 10 gr.
Coriandolo 10 gr.
Macis 10 gr.
Lasciare macerare 15 giorni e aggiungere sciroppo di zucchero preparato con 2 Kg. Di zucchero per 1 litro di acqua. Mescolare e filtrare. Berne un bicchierino da liquore a fine pasto.


PROVATE A CUCINARE I VOSTRI CIOCCOLATINI PERSONALIZZATI, AGGIUNGETE LE SPEZIE CHE Più VI AMMALIANO…SBIZZARRITEVI, VE LO CONSOGLIO!!!

giovedì 14 dicembre 2006

Croci & Delizie in cucina

LA MAGNIFICA ARTE DEI BASTONCINI

Usare i bastoncini è molto semplice per un cinese, ma per chi si trova davanti a questi oggetti la prima volta può diventare un vero problema! Eccovi qualche regola base da seguire se volete sfoggiare disinvoltura:
1) mettete il primo bastoncino nel cavo tra il pollice e l'indice, e appoggiate la parte terminale (inferiore) al di sotto della prima giuntura dell'anulare. Questo bastoncino resta stabile;
2) prendete l'altro bastoncino tra la punta dell'indice e del medio, stabilizzate la metà superiore sulla base dell'indi­ce, e usate la punta del pollice per mantenerlo al suo posto;
3) per prendere il cibo, muovete il bastoncino superiore con l'indice e il medio.
Se all'inizio troverete difficoltà nel manipolare i baston­cini, esercitatevi per conto vostro lontani dalla tavola. Nella peggiore delle ipotesi, usate una forchetta o un cucchiaio!

IMBANDISCI LA TAVOLA AL MEGLIO!

In un pasto cinese tutti i piatti sono serviti contemporaneamente e posti nel centro della tavola. Ogni commensale dispone di un piatto di media grandezza, una scodella per il riso e la zuppa, un cucchiaio di porcellana e un paio di bastoncini con cui si serve dai piatti centrali. Uno dei vantaggi della cucina cinese è costituito dal modo in cui il cibo può «ampliarsi», ed è per questa ragione che è abbastan­za difficile dare precise «porzioni» per ogni ricetta.Come regola, considerate un piatto per ogni persona. Se cucinate soltanto per 2 o 3 persone, servite un piatto di carne, uno di verdura con riso, con l'aggiunta di una zuppa.Quando cucinate per più persone, aumentate sempre il numero dei piatti, piuttosto che la quantità degli ingredienti, poiché così facendo offrirete una più vasta gamma di scelta sulla tavola. Nel progettare un pasto, scegliete due, al massimo tre piatti fritti (molto velocemente e rimescolati per tutta la fase di cottura) insieme a piatti cotti al vapore, in umido, arrostiti, brasati o freddi, che possono essere prepa­rati con un certo anticipo. In questo modo, avrete l'opportu­nità di godervi il pranzo, anziché stare continuamente in cucina!
CIBO ARMONICO
Quando si prepara del cibo per una ricetta cinese, è importante che i vari ingredienti, che dovranno essere serviti insieme in un unico piatto, siano tagliati in piccoli pezzi di uguali dimensioni. I motivi sono principalmente due: anzi­tutto, per conferire al piatto una certa armonia nella forma e nell'apparenza; in secondo luogo, perché il cibo così prepa­rato richiederà solo pochi minuti - o addirittura qualche secondo - per cuocersi completamente, e in questo modo i sapori naturali vengono conservati. Non c'è bisogno di uno strumentario particolare per preparare i cibi, ma è essenziale un buon coltello affilato.Se nella ricetta viene richiesto cibo tagliato a fettine o pezzetti, l'ingrediente dovrà essere tagliato nella dimensione di un grande francobollo, e con lo spessore del cartone. Se viene richiesto cibo tagliato a strisce sottili, l'ingrediente avrà le dimensioni di un bastoncino di fiammifero. Il cibo tagliato a dadini sarà dapprima fatto a strisce sul tipo di una patatina fritta; poi le strisce così ottenute saranno tagliate a cubetti. La carne dovrebbe essere affettata lungo la granatura; è più facile tagliarla a fettine sottili se è ancora un po' congelata, ma è preferibile farla completamente disgelare prima di cuocerla, per salvaguardarne la morbidezza e il sapore naturale. Dopo aver tagliato la carne, spesso si usa ricoprirla di farina di granturco di tipo fine, così da formare un sottile strato esterno che impedisce al succo di fuoriuscire durante la cottura, e allo stesso tempo mantiene tenera la carne. Le verdure dovranno essere tagliate in senso diagonale, così da aumentare la superficie che si trova a contatto con l'olio caldo in fase di cottura. Questo espediente assicura una preparazione veloce e preserva il gusto e la compattezza delle verdure.


A TAIWAN SI MANGIA DA FAVOLA




Facciamo un po’ d’ordine etimologico. Quella che chiamiamo usualmente “Cina” in realtà sarebbe più appropriato chiamarla Repubblica Popolare Cinese: ci riferiamo alla Cina continentale, compreso Hong Kong e Macao.
Quando invece parliamo di “Taiwan” dovremmo in effetti chiamarlo Repubblica di Cina: perché il paese è composto dalle isole di Taiwan, le Isole Pescadores, Quemoy, e le Isole Matsu.
Guardiamo bene nella cartina. Tutte le volte che ci apprestiamo a sperimentare una ricetta nuova è bene sapere in quale parte del mappamondo puntare il ditino!

Dicevamo: come molti paesi che si sono aperti di recente alla modernità, Taiwan si manifesta in tutte le sue contraddizioni. Una sintesi di antico e moderno.Da un lato ci sono le strade di Tapei dove la folla frenetica si muove in cerca di acquisti ventiquattro ore al giorno, con i mercati aperti anche di notte.Dall’altro i silenziosi paesaggi dell’entroterra: se volete dare un’occhiata nella rete cercate le splendide immagini del Santuario dell’Eterna Sorgente che sovrasta la Gola di Taroko con la cascate che rinfrescano le pareti.
Per quanto riguarda i rituali e le feste locali alle quali almeno una volta nella vita sarebbe bello partecipare c’è la Festa Nazionale del “doppio dieci”, vanagloriosa celebrazione dove sfila una parata militare e le manifestazioni del Taiwan aborigenal Thao Tribe Harvest Festival.

Gli abitanti di Taiwan, sono considerati dei buongustai, tanto che qui è possibile trovare i migliori ristoranti cinesi di tutto il mondo.Taipei viene considerata uno dei centri internazionali della cucina cinese; tra i locali più noti segnaliamo: il Shangri-la, il Soo-Hang, il Jade Garden, l’Hunana Palace, il Treasyre House e il Leofoo. Qui è possibile assaggiare i piatti tipici della cucina cinese a base di ottimo pesce, verdura e frutta; è inoltre possibile gustare anche la cucina cantonese, quella Hunan e quella Szechuan.






GAMBERONI AL LIMONE



INGREDIENTI :


16-20 code di gamberoni sbucciati, succo di 1 limone, 1 tazza di vino bianco, 2 cucchiai di salsa di soia 2 cucchiai di miele, la buccia di un limone non trattato, sale, pepe, spezie varie, 1/2 tazza d'olio di sesamo, 1 spicchio d'aglio tritato, 1 cipolla tagliata a fettine, 2 carote tagliate a fettine, 1 peperone tagliato a lamelle, 1 cucchiaino da caffé di fecola,1/2 dado.



PREPARAZIONE:


Mescola i gamberoni con il succo di limone, il vino bianco, la salsa di soia, il miele, la scorza di limone. Aggiungi sale, pepe e lascia marinare per un'ora. Nel wok, riscalda l'olio con la scorza di limone grattuggiata, aggiungi i gamberetti, le verdure e fai dorare a fuoco vivo. Stempera le spezie e la fecola nella marinata poi versa nel wok e lascia bollire. Servi con riso basmati o spaghetti cinesi.



IL WOK



Il wok è un grosso recipiente, in ghisa o metallo, a forma concava, che distribuisce uniformemente il calore su tutta la superficie permettendo di friggere e soffriggere senza disperdere il condimento. Gli alimenti possono essere ben mescolati in poco olio il che permette di friggere più velocemente, a tutto vantaggio della digeribilità dei cibi. Oltre a friggere con il wok si puo' sia stufare che cuocere al vapore ponendo dei cestelli di bambù in pila sopra il wok ripieno di acqua.

mercoledì 13 dicembre 2006





Il Venezuela, paese dalle mille e una ricetta!

Nozioni generali


Come al solito comincerei dallo spiegare almeno a grandi linee di che paese stiamo parlando, perché anche se sembra una banalità nei piatti di ogni paese c’è un sacco di storia del paese stesso.


L’arte venezuelana è legata prevalente a quella degli indio dell’epoca precolombiana. Di buon livello quasi ovunque la produzione di tessuti e di scarpe.
Il Venezuela è, insieme a Cuba, alla Repubblica Dominicana e alla Giamaica, il regno della musica latina, ovunque infatti è possibile ascoltare salsa, merengue… e numerosissimi sono i locali dove si può ballare sino a tarda notte.
La lingua ufficiale dello stato è lo spagnolo, che localmente viene mescolato con lingue della tradizione indio.


La religione è quella cristiana, a cui i venezuelani sono molto devoti.


Tra gli sport trovano largo seguito il baseball e tutti quelli legati alla pesca.
Come scritto negli altri post le cucine da me preferite sono quelle del sud america e quindi anche oggi volevo proporre un ennesimo meraviglioso paese, il Venezuela.
Il Venezuela è conosciuto molto bene per i suoi meravigliosi scorci sul mare ma molto poco per la sua cucina, ma vi assicuro che non ha nulla da invidiare a tante altre.
Cominciamo prima con identificare di quale parte del mondo stiamo parlando: è una nazione (916.445 km², 24.287.000 abitanti, capitale Caracas) dell'America meridionale.
Il Venezuela è una repubblica federale presidenziale.


La lingua ufficiale è quella spagnola. Esso è diviso in 23 stati, più il Distretto della capitale (Distrito Capital) e le 11 dipendenze federali (Dependencias Federales) costituite da un'insieme di isole ed isolotti al largo della costa caraibica venezuelana e per lo più disabitati. Le isole raggruppate nelle dipendenze sono 72.


La gastronomia venezuelana è quanto mai varia e ricca, sulla costa infatti abbondano il pesce, i crostacei e i frutti di mare, nell’interno sono più diffuse la carne bovina e di maiale e le verdure, mentre in Amazzonia ci si ciba prevalentemente di cacciagione.

I piatti sono preparati sia in maniera semplice, ad esempio arrosto o in umido con contorno con patate, riso, frittelle o fagioli, che in maniera complessa, come nel caso del sanchoco o del pabellon criollo.


Ottima la produzione di frutta tropicale, che spesso è alla base di gustosissimi frullati e spremute, come la papaia, l’avocado, il mango, l’ananas e le banane, tutta frutta di taglio più piccolo rispetto alla stessa che si trova sul mercato in Italia, ma estremamente saporite.
Tra le bevande, oltre alla coca-cola, la sprite e la fanta, trova largo consumo la birra (cerveza) nazionale, che può essere sia chiara che scura ed è generalmente leggera e fresca.


Tra i superalcolici spicca sicuramente il Ron (rum), tra i migliori al mondo, soprattutto nella qualità anejo, invecchiato, che si beve sia da solo (liscio o con ghiaccio) che nei cocktail. Altri liquori sono l’aguardiente e il calentado.
Ricette venezuelane

La cucina è uno dei modi per conoscere un Paese e perciò vorrei fare un breve percorso attraverso la gastronomia venezuelana per presentare in modo appetitoso il Venezuela. La cucina venezuelana è molto particolare perchè è casereccia e comunitaria non solo nel momento della consumazione, ma anche nella sua preparazione. Ciò però non impedisce che le ricette che qui presenterò si possano preparare anche individualmente e che si possano personalizzare: infatti queste ricette cambiano da una regione all'altra ed a volte anche da una famiglia all'altra.

Potrebbero essere divise per:
Erbe spezie, pesce, carne, uccellagione.
Legumi,vegetali, banane
Arepa, cachapa.


Una ricetta gustosa che vorrei proporre oggi è quella del pesce alla margaritegna:


"PASTEL DE CHUCHO MARGARITEÑO"

Il "ciucio" è un pesce di forma schiacciata che ricorda una sogliola o una platessa gigante e può crescere fino a due metri. Questo pasticcio è tipico della zona nord orientale del Venezuela e si prepara abitualmente durante la Settimana santa. Si può preparare anche con "cazon", che è altro tipo di pesce simile al palombo.

Si prepara, soprattutto, nella settimana santa.Ingredienti per quattro persone: pesce: ½ chilo di "chucho", "cazon" o altro pesce simile;

½ limone (succo);

sale (1 ½ cucchiate);

per il soffritto:½ tazza di olio di oliva;

una cipolla grande;

un peperone grande intero tipo "chile" messicano, cioè un peperone rosso dolce, aromatico ed in grado di tingere di rosso il soffritto (si può sostituire con paprica dolce);

4 peperoncini dolci; cilantro;

sale e pepe. Pasta frolla salata in una tazza di olio di oliva;

2 banane;burro;formaggio bianco, duro grattugiato;3 uova.



PREPARAZIONE
1. Con acqua e limone si lava il "cucio"; mentre si porta a ebollizione una pentola con acqua e sale.


2. Quando il "cucio" ha una consistenza tenera, si scola e si lascia raffreddare. Si spella e si eliminano le cartilagini dato che ci si servirà soltanto della polpa sminuzzata.


3. In una pentola si friggono in olio di oliva tutti gli ingredienti del soffritto, dopo si aggiunge il pesce sminuzzato e si fa cuocere a fuoco lento fino ad ottenere una salsa non molto densa.


4. Le banane si tagliano nel senso della lunghezza in filetti di un centimetro circa e si friggono in olio bollente evitando che si brucino.


5. Si unge con il burro una pirofila e si dispongono a strati le banane il formaggio, le chiare d'uovo montate a neve (i tuorli si useranno per qualche altra preparazione, dato che in questa ricetta non si usano), la salsa di chucho che abbiamo già preparato fino a riempire la pirofila, come se si trattasse di un pasticcio di lasagne...


6. Dopo aver portato a termine tutto il procedimento, il "pastel" si mette nel forno a 350°C, per 20 minuti. Si serve in porzioni simili a quelle del pasticcio e lo si può guarnire con riso pilaf o con banane fritte.

martedì 12 dicembre 2006

L'ISOLA DI ZANZIBAR, L'ISOLA DELLE SPEZIE..

L’ISOLA DI ZANZIBAR, L’ISOLA DELLE SPEZIE..

Direttamente dall’esotica Isola di Zanzibar, solo per voi alcune ricette “top” con le quali stupire amici, amanti e fidanzati..
Tutte contengono spezie, alcune afrodisiache, altre un po’ meno…Ma vi assicuro che saranno piatti apprezzati da tutti e divorati in un sol boccone..



Sono dolcetti squisiti a base di frutti tropicali, quindi vi consiglio di andare nei migliori fruttivendoli della zona…Ne vale davvero la pena..




Banane allo zenzero


Ingredienti per 4 persone
25g di uvetta
4 belle banane non troppo mature
2 pezzetti di radice di zenzero tritata
1 cucchiaio di sciroppo di zenzero
2 cucchiai di succo d'arancia
2 cucchiai di rum
da 12 a 15 fettine d'arancia

PREPARAZIONE:




Preriscaldare il forno a 200°C Mettere l'uvetta per 5 minuti in una tazza d'acqua bollente poi sgocciolarla. Nel frattempo far fondere il burro. Mettre le banane in uno stampo e cospargerle con il burro fuso, l'uvetta, lo zenzero, il succo d'arancia, lo sciroppo di zenzero e il rum. Mettere il tutto nel forno caldo e lasciar cuocere per 15 minuti. Servire ben caldo possibilmente con del gelato alla vaniglia.






NB: qualche notizia utile sulle proprietà dello ZENZERO
Zenzero è il nome italiano dello Zingiber officinale, pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Zinziberacee, che ha l'aspetto di una canna con grossi rizomi orizzontali tuberosi, molto aromatici e dal profumo canforato, con sentore di Limone e di Citronella. La droga è rappresentata proprio dal rizoma e, per il suo profumo pungente e il gradevole sapore piccantino, viene usato in cucina come aromatizzante e stimolante della digestione, ma anche in liquoreria come correttivo e per bibite dissetanti, e nella produzione della frutta candita e di confetture e anche nell'industria della birra, specie nei paesi anglosassoni. Lo Zenzero è un energico stimolante per la presenza di un olio essenziale di color giallino, prodotto dalla secrezione di particolari cellule ghiandolari, dalla composizione molto complessa; la sostanza più importante è chiamata gingerolo e proprio questa dà il sapore intenso alla droga. lo Zenzero possiede una forte attività antiossidante sui grassi e altri cibi, facilitandone così la conservazione. Oggi lo Zenzero viene utilizzato in cucina anche in Europa, in ricette moderne adatte al nostro gusto, ad esempio per focacce, biscotti, crackers, tè aromatizzati, ma anche per condire gli spaghetti, semplicemente riscaldando leggermente un po' d'olio extravergine di oliva e versandoci lo Zenzero grattugiato e uno spicchietto di aglio tritato: provatelo e sono certa che il profumo e il gusto particolare dello Zenzero vi conquisteranno! Nella medicina araba esso è considerato afrodisiaco e alcuni popoli dell'Africa ritengono che mangiare regolarmente Zenzero preservi dalle punture delle zanzare. Tutte le proprietà dello Zenzero sono state evidenziate sia con studi fatti in laboratorio, ma anche con test su volontari sani consenzienti, nei quali è emerso che i soggetti cui veniva somministrato lo Zenzero reagivano sempre meglio dei soggetti di controllo cui veniva somministrato un placebo. In particolare l'effetto protettivo contro gastriti e formazione di ulcere nello stomaco è stato dimostrato da numerosi studi, che hanno evidenziato come le proprietà antinfiammatorie di questa pianta agiscano alleviando i sintomi dell'infiammazione della mucosa gastrica, ma possono anche prevenire la formazione di ulcere quando si assumono farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) i quali, come è noto, hanno come effetto collaterale proprio la creazione di ulcere nel sistema digestivo. La sua attività antinfiammatoria viene sfruttata anche per preparare colliri che hanno una grande capacità decongestionante, utile in moltissimi casi di infiammazione oculare, ad esempio in caso di allergia, di blefarite, o semplicemente per lavaggi oculari rinfrescanti e igienizzanti.



RICETTA ALTAMENTE AFRODISIACA!!!

Banane e mango con salsa di cannella e cardamomo


Ingredienti per 2 persone


.
2 banane


1 mango
2 cucchiai di miele di acacia
1 cucchiaio di cannella in polvere
3 frutti di cardamomo
3 grani di pepe nero.
.
PREPARAZIONE:
Estrarre dai frutti di cardamomo i piccoli semi scuri e polverizzarli nel mortaio insieme al pepe. Mescolare tutte le spezie con il miele. Tagliare le banane a fette oblique e il mango a spicchi, disporre la frutta nel piatto da portata e irrorarla con la salsa di miele e spezie. VARIANTI:Si possono usare anche altri tipi di frutta, a seconda della stagione; i frutti più adatti sono pere, arance, fichi, albicocche e pesche.

NOTIZIE E CONSIGLI: Il mango e la banana, frutti sensuali per eccellenza, sono accompagnati da una salsa in cui spicca la cannella: considerata una spezia riscaldante e stimolante, è usata nella medicina ayurvedica per combattere l'astenia sessuale.
Cardamomo e pepe nero completano l'aroma dolce-piccante della salsa, e ne esaltano gli effetti stimolanti.

È UNA RICETTA MOLTO SEMPLICE DA PREPARARE, MA GLI EFFETTI SONO IRRIMEDIABILMENTE VISIBILI… PROVATELA!!!



E ora qualcosa di semplice e di veloce…Non contiene spezie…
Consiglio: un ottimo dolce da gustare durante una cena in famiglia o con amici..

Mousse di mango

2 manghi
il succo di 1/2 limone
2 fogli di gelatina
4 albumi
zucchero
.
Immergere la gelatina nell'acqua fredda. Tritare la polpa dei manghi poi aggiungere il succo di limone e lo zucchero, lasciar macerare per alcuni minuti. Aggiungere la gelatina e farla sciogliere. Lasciar raffreddare, possibilmente a temperatura ambiente.Montare a neve gli albumi. Mescolare delicatamente gli albumi con la polpa di mango. Mettere in uno stampo e conservare in frigo.
Servire il dolce freddo.


lunedì 11 dicembre 2006

UNA CURIOSITA’ SUL KASAKHISTAN

PRESTO IL KAZAKISTAN SARA’ UN PAESE CHE GLI ITALIANI CERCHERANNO SULLA CARTINA E DEL QUALE VORRANNO SAPERE SEMPRE DI PIU'!

Ma per quale assurda ragione?

A Gennaio è previsto l’arrivo nelle sale cinematografiche italiane del film di Sacha Baron Cohen, dal titolo originale Borat:cultural learnings of America for make benefit glorious nation of Kazakhstan.
Un ritratto satirico di un paese che spinge per aggrapparsi alla modernità.

Il Kazakistan e i mangiatori di cavalli

Probabilmente è sconosciuto ai più che i kazaki, un popolo originariamente nomade, hanno una passione sfrenata per la carne di cavallo.
Uno dei piatti più popolari è il kazi, una salsiccia di cavallo affumicata.
Nella cucina nazionale kazaka si riflettono, come in uno specchio, la natura, la storia, i costumi e le tradizioni del popolo.Sin dall'antichità l'ospitalità era la caratteristica principale della popolazione kazaka.All'ospite veniva dato un cordiale benvenuto, gli veniva offerto il posto d'onore ed veniva intrattenuto con semplicità e cordialità.
Il padrone di casa taglia la carne considerando tutti gli ospiti: le ossa pelviche e la pelle venivano date agli ospiti più adulti, la punta di petto ai generi, le vertebre cervicali alle ragazze e così via.
All'ospite più importante il padrone di casa serve la testa di pecora cucinata in un modo particolare. Questo ospite deve distribuire tra i presenti osservando un certo rito che riflette i costumi antichi in merito al trattamento degli ospiti che siano anziani, bambini e parenti più o meno vicini. La carne fragrante è servita con dei pezzi di impasto arrotolati e lessati.
Alla fine del pasto viene servito il kumyss, latte di cavalla fermentato, seguito dal the.
A quanto pare il kumyss sarebbe in grado di curare tutto, dal raffredore alla tubercolosi.

La cucina kazaka odierna non include solo i piatti appartenenti alla tradizione ma anche quelli appartenenti alla cultura uzbeka, russa, tartara, coreana e di altre culture culinarie da cui la cultura kazaka ha tratto insegnamento.Per questo motivo è facile cogliere la nota internazionale nella cucina kazaka odierna alla quale si accosta la cucina puramente nazionale e tradizionale. Nella cucina moderna la varietà di alimenti è cambiata considerevolmente.
Se nei secoli passati la popolazione kazaka ha accumulato esperienza nella preparazione di piatti a base di carne e latte, la vita moderna ha portato a completare la varietà di alimenti. Nonostante ciò, la carne rimane l'alimento più popolare nella cucina nazionale kazaka.
La carne, infatti, è alla base della maggior parte dei piatti, più precisamente la carne è l'elemento dominante di qualsiasi dastarkhan, banchetto: la sua abbondanza è segno di benessere.
Sin dall'antichità la cucina kazaka si distingue per i metodi di cottura (usata molto la bollitura): inoltre, il tenore di vita della popolazione kazaka lascia il segno anche nelle modalità di preparazione dei cibi.
Tra le bevande possiamo menzionare il kumyss, lo shubat e l'airan; anche il tè riscuote particolare popolarità.


SORPA IN STILE KASAKO

INGREDIENTI:
500g di montone, 2 ½ - 3 litri d’acqua, ½ cucchiaio di sale, 4-5 baursaks (bastoncini di pane fritto)

PREPARAZIONE:
La carne viene completamente lavata in acqua fredda e messa in una padella coperta con dell’acqua bollente e fatta cuocere a fuoco basso per circa 1 – 1 ½ ore. Quando l’acqua inizierà a bollire, inizierà ad affiorare in superficie l’eccesso di grasso che dovrete rimuovere. Alla fine della bollitura si aggiunge il sale.Il grado di cottura della carne è facile da determinare, se la forchetta buca facilmente la carne vuol dire che quest’ultima è pronta.

KUYRDAK DI TRIPPA


INGREDIENTI:
1kg di trippa pulita e lavata, 600g di polmoni, 400g di fegato, 200g di cuore, 150g di montone, 300g di grasso di coda, 2-3 cipolle, 1 cucchiaino di pepe nero macinato, 3-4 foglie di lauro, circa
tazze di brodo, sale a piacere.

PREPARAZIONE:
Questo piatto si prepara con le frattaglie di ovino o di bovino. La trippa pulita e lavata viene ricoperta d’acqua, salata e messa sul fuoco, quando inizia a bollire aggiungetevi le foglie di lauro ed il pepe, quindi lasciate cuocere la trippa a fuoco lento per 1 ½ ore fino a che sarà a metà cottura.Passato questo tempo, fate raffreddare la trippa e tagliatela in pezzetti. In una padella con del grasso di coda scaldato versate i polmoni tagliati a cubetti e soffriggeteli per 20 minuti, quindi aggiungete il cuore e il montone, salate il tutto e continuate a soffriggere.Dopo 5 minuti aggiungete la trippa tagliata e fate cuocere per altri 10 minuti. In fine aggiungete il fegato, la cipolla e il brodo e continuate la cottura fino a che tutti gli ingredienti saranno pronti.

CARPA FRITTA

INGREDIENTI:
1-2 carpe, 50g di burro, 50g di pane grattugiato, 2 cucchiai di aneto, una tazza d’olio, sale e pepe a piacere.

PREPARAZIONE:
Pulite il pesce e tagliatelo in pezzi, quindi salatelo e pepatelo. A questo punto immergetelo nel burro e impanatelo.Friggete il pesce nell’olio bollente girandolo sopra e sotto, molto spesso.Disponete il pesce cotto in un piatto piano accompagnato da patatine fritte e spicchi di limone e cosparso di aneto.Seguendo questa ricetta è possibile friggere ogni tipo di pesce.

domenica 10 dicembre 2006




Mexico… e nuvole!!!

Nozioni generali

Il Messico paese anch’esso nel sud della America, affascinante ed esotico dai colori caldi ed ammalianti, è personalmente il paese che preferisco di questa parte del mondo forse perché sono innamorata del mare ( e qui si dice che ci sia uno dei mari più belli del mondo) forse perché amo profondamente questa cucina.
Vado pazza per il peperoncino e se non se ne mangia un bel po’ qui non so dove possiamo andare a mangiarlo…( Forse forse in calabria?
).


Ma facciamo un po’ di geografia e non solo:
Gli Stati Uniti Messicani (Messico) (in spagnolo: Estados Unidos Mexicanos, México) sono uno Stato Federale dell'America settentrionale. Confinano a nord con gli Stati uniti d’America e a sud-est con il Guatemala e il Belize, si affaccia sull'Oceano Pacifico a ovest e sul Golfo del Messico e sul Mar dei Carabi a est. È il paese più settentrionale dell'America Latina e costituisce la più grande e la più popolata nazione ispanofona del mondo. Il Messico è una repubblica federale costituita da 31 stati (il nome ufficiale è Stati Uniti Messicani). La capitale federale è Città del Messico (Ciudad de México), la cui area metropolitana supera i 18 milioni di abitanti, di cui 8.600.000 vivono nel cosiddetto Distretto Federale (Distrito Federal, D.F.) propriamente detto.

Lo spagnolo non è la lingua ufficiale del Messico (infatti non c'è nessuna lingua ufficiale nel paese) ma è quella parlata dalla maggioranza degli abitanti e viene usata negli affari di governo. Ufficialmente, il governo riconosce 62 lingue amerindie, tra le quali le più parlate sono nahualt e il maya (entrambe con 1,5 milioni di parlanti). Altre, come il lacadon, sono usate da meno di 100 persone.
Il governo ha promosso programmi educativi bilingue (in spagnolo e in una lingua locale) presso le comunità indigene rurali. L'inglese è molto conosciuto nelle grandi città, presso il confine statunitense e nelle località balneari. L'inglese sta diventando popolare soprattutto fra i giovani, mentre le più prestigiose scuole private offrono un'educazione bilingue.
Il 16 settembre 1810 dichiarò l'indipendenza dalla Spagna, seguì una lunga guerra che portò all'indipendenza definitiva nel 1821.



La cucina messicana



Famosa per i suoi gusti intensi e vari, decorazioni colorate e la gran varietà di spezie.

La gastronomia messicana, se si guarda ai sapori e agli ingredienti, è una delle più ricche del mondo in proteine, vitamine e minerali però alcune persone la trovano troppo speziata.
Quando i conquistadores spagnoli arrivarono nella capitale atzeca Tenochtitlan (oggi Città del Messico) scoprirono che l'alimentazione dei locali era basata su piatti a base di mais con aggiunte erbe e spesso accompagnati da fagioli.
Successivamente, i conquistadores aggiunsero al cibo dei precolombiani del Messico (che includeva cacao, pomodorini e vaniglia ) riso, carne e vino che avevano portato dalla Spagna.

La maggior parte della cucina messicana attuale è basata sulle tradizioni dei Nativi Americani, inclusi Maya ed Atzechi.
Un ingrediente fondamentale è il chili.


I piatti sono spesso molto colorati vista la gran varietà di verdure (come ad esempio, peperoncini rossi, verdi, chili, broccoli). Il cibo messicano varia a seconda della regione, per via delle differenze etniche tra gli abitanti indigeni e a seconda della maggiore o minore influenza da parte degli spagnoli.
I piatti principali e più famosi sono i tacos,i burritos, la salsa guacamole, le tortillas. La bevanda più famosa è la tequila, derivata dalla pianta dell'Agave. Dalla fusione tra cucina statunitense e messicana è nata la popolare cucina Tex e Mex.




Mexico… e nuvole!!! (2)

Ricette

La cucina messicana è solitamente confusa con la limitata varietà di piatti che si possono gustare negli ormai numerosi ristoranti messicani fioriti un po' ovunque in Italia negli ultimi tempi.
Ben lontano dall'essere una nuova maniera di intendere il fast-food, la cucina messicana gode di una notevole tradizione culinaria che ha saputo unire i forti sapori della cucina di sussistenza indigena con il gusto della cucina tradizionale europea, già risultato dell'incontro di vari sapori provenienti da diverse regioni del mondo quando raggiunse l'America.
La difficile reperibilità degli ingredienti originali o l'impossibilità di importarli freschi rendono piuttosto difficile la riproduzione di piatti tipici ed orientano i ristoranti messicani verso una cucina Tex-Mex che indubbiamente non rispecchia l'autenticità del sapore dei piatti più tipici del Messico.
Vi do una ricetta Tex- Mex prima, è una delle mie preferite e non è per niente difficile da preparare e se ve lo dico io che coi fornelli non vado tanto d’accordo vuol dire che la può fare chiunque!!!


Salsa di peperoncino ancho

Per cominciare!!!


Ingredienti

3 baccelli di peperoncino ancho (essiccati), 4 tazze di acqua bollente, ½ panetto di margarina, ½ tazza di farina, ¼ di tazza di cipolle gialle a fette da ½ cm, ¼ di tazza di peperoncini verdi a campana a fette da ½ cm, 1 cucchiaio di aglio fresco, 1 cucchiaio di sale, 1 cucchiaio di pepe nero in grossolanamente tritato, 200gr di passata di pomodoro, 2 cucchiai di cumino in polvere, 2 cucchiai polvere di peperoncino.


Preparazione


Rimuovere i gambi ed i semi dai baccelli di peperoncino ancho e tostarli sulla griglia per 10 secondi, girarli e tostarli per altri 10 secondi. Metterli in acqua bollente e rimuovere dal fuoco e coprire con un coperchio.
Lasciarli immersi per almeno 30 minuti, 1 ora se è possibile.In una casseruola di media grandezza, mettere la margarina e quando si è sciolta aggiungere le cipolle affettate e i peperoncini a campana.
Cuocere fino a che siano teneri, circa 8 minuti. Aggiungere l'aglio fresco e la farina e mescolare per amalgamare bene. Cuocere per 5 minuti e mescolare per cuocere il roux.
Aggiungere la passata di pomodoro, le spezie e il brodo dei baccelli di peperoncini ancho. Mescolare per amalgamare bene e cuocere per 30 minuti a fuoco medio basso mescolando spesso. Per ottenere un sapore più forte, grattare la polpa dalla pelle dei peperoncini ancho con un coltello e aggiungerla alla salsa. Assaggiare e aggiustare il sale a piacere.

Ed insieme:

Tortilla di farina

Assicurata la bontà!

Ingredienti
2 tazze di farina di frumento non setacciata, 3 cucchiaini di polvere lievitante, 1 cucchiaino di sale, ¼ di tazza di lardo, ¾ di tazza di acqua calda.

Preparazione
Miscelare la farina, il sale e la polvere levitante in una ciotola. Aggiungere il lardo e miscelare con le dita fino a che sia completamente sbriciolato.
Aggiungere lentamente l'acqua calda e miscelare con un grosso cucchiaio. Fare una palla con il preparato e metterla su di un piano infarinato e lavorare per 3/5 minuti fino a che sia elastico. Conservare in luogo caldo in una borsa di plastica unta con olio per 1 ora.
Pizzicare l'impasto prendendone dei piccoli pezzi della grandezza di una pallina da golf (2 ½ cm) e lasciar riposare per 15 minuti. Stendere le palle in dischi di circa 17 cm di diametro. Cuocerli in un Comal (pentola piatta) caldo (200°C) voltandoli una volta sola. Disporli in un cesto coperto con un canovaccio o messi in un canovaccio fino a che si raffreddino.

Dopo che le tortillas si sono raffreddate completamente, conservarle in una borsa di plastica.

Note

Queste sono, normalmente, servite con burro ma si possono mangiare anche da sole, anche se sono usate perlopiù per fare i TACOS, QUESADILLAS, o BURRO.
Questi sono i miei piccoli consigli sperimentati da me in prima persona, mi raccomando aspetto i vostri commenti appena vi sete cimentati in questa gustosissima esperienza!!
Come sempre

Buon Appetito e buon divertimento……..!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Inoltre se non doveste proprio riuscire a preparare questi gustosissimi piatti vi segnalo alcuni dei ristoranti mexicani di cui la nostra città ormai è invasa…

Joe Pena’s Cantina y Bar : Via Savona,17 Milano
Masquenada Grill y Cantina: viale Piceno, 3
Dixieland : Viale Umbria 26 o P.zza Aquileia , 9 Milano



Mercoledì 13 dicembre inaugurazione del Dixieland di Viale Umbria, 26, provate ne rimarrete innamorati!!!


sabato 9 dicembre 2006

Per chi vuole visitare l'Etiopia...


L’ETIOPIA, LA TERRA DEGLI ABISSINI…
Prima di deliziarvi con una ricetta tipicamente etiope, vorrei dispensarvi di qualche notiziola su questo meraviglioso paese nel cuore dell’Africa, utile se un giorno doveste decidere di visitarla…

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NUMERI UTILI
Ambasciata d'Italia in Etiopia: ADDIS ABEBA, Villa Italiana-Kebèna P.O.B 1105. Tel.(002511) 553042, 553044- fax. 550218 E-mail: italembadd@telecom.net.et

USI E COSTUMI
L'Etiopia attrae da sempre turisti e viaggiatori per la ricchezza della sua cultura. Qui si può sognare nella terra della Regina di Saba e fantasticare tra le avventurose rive del Nilo Blu.
Punto di incontro della collettività in Etiopia, è il mercato. Esso è lo sbocco naturale di tutte le attività artigianali, specie della ceramica, dei lavori di intreccio, del cuoio, ed è anche il momento più alto della vita "esterna" della donna.
Ancora molto diffusa è la pratica del tatuaggio, impresso sulle gengive. Molto diffusi sono monili, croci, anelli al collo, alle dita e alle caviglie. I cristiani portano al collo un cordoncino (matàb) con croci e amuleti per difendersi dal malocchio.
Il costume tradizionale dell'uomo è lo sciamma, una toga bianca, cui sovente si sovrappone il barnòs. Gli abissini celebrano con particolare rilievo il giorno del santo protettore, durante la ricorrenza di S.Giovanni, che segna l'inizio del nuovo anno, tra l'8 e il 12 del nostro settembre. La festa più solenne della Chiesa copta è la commemorazione della croce Maskal. Canzoni e danze hanno gran peso nella tradizione abissina, spesso su temi erotici. I giochi più praticati in Etiopia sono: il gannà, una specie di hochey, e il gugs, torneo o giostra a cavallo.

PERLE ARTISTICHE…vietatato perderle…
Il settentrione dell'Etiopia, in particolare il nord ovest, è una delle regioni più ricche del paese, per quanto riguarda cultura, storia, architettura e bellezze naturali. L'antica città di Gondar è caratterizzata da una quantità enorme di castelli e fortezze.
Tra le bellezze naturali, spiccano la regione del lago Tana e le cime delle montagne Simein, e per finire le sorprendenti cascate del Nilo Blu.
La musica rappresenta una delle maggiori forme espressive artistiche diffuse tra i popoli. Gli strumenti più usati sono i tamburi, di varie misure e fogge, come il Negarit, il Kebero e l'Atamo. Oltre a questi ci sono strumenti musicali originali propri dell'Etiopia come la Kerar: la Lira a sei corde. La Begana, il più diffuso strumento a corda etiopico, che assomiglia alla lira dei greci e dei romani, è ritenuta una replica dell'Arpa biblica di Davide.
Lo strumento più usato rimane comunque il Masenko, la cui sola corda è ricavata dalla criniera di cavallo, ed è l'unico strumento etiopico suonato con un arco.
Comuni tra i pastori gli strumenti a fiato, come il Washint e l'Emblita, ricavati da canne di bambù. Un altro strumento a fiato molto usato è il Meleket, lungo quasi un metro simile ad una tromba. Il più grande tra gli strumenti di bambù è il Chechazey, costruito con il bambù e l'esofago di un bovino. Nelle cerimonie religiose vengono usati dei piccoli campanelli, i Tsinatsil e i Quatchel.

E ora, un po’ di cucina….
Nella cucina abissina sono pochi i piatti tipici; assai diffuso è il consumo di carne cruda, che si usa intingere nel berberè, peperoncino tritato. Un tipico piatto nazionale è lo uòt, salsa a forma di ragù, con pezzetti di pollo e di montone, berberè, uova e ceci, che viene consumato con un pane caratteristico, morbido come una focaccia. Le bevande, fermentate, vengono servite in grandi corni di bufalo, mai completamente vuotati dall'ospite ma lasciati da terminare ai servi. Il piatto nazionale etiopico è la njera, una frittella piatta a base di pasta di pane, sulla quale vengono serviti carne, verdure e legumi.Le salse che accompagnano i piatti sono in generale a base di erbe e spezie tra cui il pepe piccante, che da ai piatti un particolare ed inconfondibile sapore.Nei periodi e nei giorni di digiuno è vietato mangiare carne e prodotti caseari, i digiuni prescritti dalla religione copta sono previsti per quasi metà dell'anno, inoltre il mercoledì e il venerdì sono giorni di astinenza.

TOFU WAT..un piatto per mantenere un corpo perfetto..

Abbandoniamo solo per un attimo il mondo delle spezie e delle sue “potenzialità” e pensiamo a qualcosa per i più raffinati e per le donne che stanno attente alla linea..
Un piatto dietetico a base di verdure, direttamente dalla splendida Etiopia,il meraviglioso paese degli Abissini.. Ecco a voi, e solo per voi, cari lettori del "il mestolo", il TOFU WAT.....

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Consiglio:da gustare con le amiche in una stanza con luce soffusa illuminata solo con candele bianche sedute su puff colorati…
Se avete mariti o fidanzati che amano mangiare cibi molto conditi e saporiti, il mio suggerimento è quello di evitare di cucinare questo tipico piatto africano..Non lo apprezzerebbero!

E ora, solo per voi le istruzioni da seguire per ottenere uno squisito TOFU WAT (tofu profumato)

INGREDIENTI NECESSARI (per 4 persone) 3 cucchiai d’olio d’oliva
3 cipolle bianche
1 patata grande
300g di tofu o tofu al forno
Berbere
2 carote
200ml di brodo vegetale
100g di fagiolini
1 peperone rosso
1 gambo di sedano
2 cucchiai di salsa di soia
1 mazzetto di prezzemolo
sale (a vostro piacimento)

ISTRUZIONI:
Mondare il peperone e le cipolle e tagliarli a fettine. Farli saltare in una grossa padella con l’olio di oliva finché le cipolle non diventano trasparenti. A parte far bollire il sedano, la patata i fagiolini e la carota, tagliati a dadini, per 10 minuti in acqua salata. Scolare le verdure e conservare 200ml dell’acqua di cottura.
Nella padella aggiungere il tofu a cubetti, la salsa di soia e il berbere a piacimento. Dopo qualche minuto aggiungere le verdure sbollentate e il brodo messo da parte. Continuare la cottura per 20 minuti. Guarnire con il prezzemolo e servire con riso bianco o pane injira.