sabato 16 dicembre 2006


Natale in sudamerica

E per concludere farei un excursus culinario tra le ricette natalizie sud americane, sempre per rimanere in tema ma comunque aggiornata con i tempi.
Ebbene si tra 10 giorni spaccati è natale e quindi per stupire parenti ed amici il giorno della vigilia ( o del pranzo del 25) dobbiamo preparare qualcosa di insolito.. quindi diamo fondo alla nostra fantasia con qualche ricetta utile e gustosissima!!


Il Natale è una festa accompagnata da diversi costumi, folklore e celebrazioni, variabili da paese a paese, sia dal punto di vista sociale che religioso.
Molte sono le tradizioni, le pratiche e i simboli familiari del Natale, come l’Albero di Natale, lo Zampone, il Ceppo di Natale, l'agrifoglio, il vischio, la stella di natale, lo scambio di doni, già presenti nelle tradizioni di alcuni popoli nordici prima dell'introduzione del cristianesimo.

Le celebrazioni del solstizio invernale erano molto diffuse e popolari nel Nord Europa, e prima che fossero recepite nella tradizione cristiana, la parola Natale era definita con yul, da cui è stata tratto il termine anglosassone yule che significa appunto Natale. Per quanto riguarda l'albero di Natale, si crede che sia stato introdotto per la prima volta in Germania.


I temi dominanti le feste religiose del Natale sono condizionati fortemente dalla religione cattolica. Costumi secolari che stanno alla base del portare doni, sono un misto di tradizioni locali ed Europee. Queste tradizioni comprendono "El Niño Jesus", o "Gesù Bambino", che porta doni ai bambini della Colombia; in Cile è viva la tradizione di Viejo Pasquero o Vecchio Uomo del Natale, mentre in Brasile la tradizione di Papai Noel rassomiglia molto a quella di Santa Claus.

In Sud America le tradizioni legate ai "Santi" sono più seguite in quanto donano alla gente un senso di spensieratezza nell'attesa del Natale, e per questo a tali personaggi, sono stati attribuiti tanti sistemi per entrare nelle case durante la notte: dalle scale ai trampolini. In Argentina i doni vengono portati il 6 Gennaio, il "Giorno dei Tre Re"; qui i bambini lasciano le scarpe sotto il letto ed al mattino se le ritrovano piene di dolci o piccoli doni portati dai Magi, che li si sono fermati, sulla strada verso Betlemme.
Le scene della natività sono profondamente radicate nelle tradizioni natalizie del Sud America, sia presso le famiglie che nei luoghi pubblici. In Perù, dove vi è una forte componente di discendenti dei nativi americani, le figure del Natale sono spesso intagliate a mano secondo uno stile antichissimo. In Messico invece sono molto vive le tradizioni legate alle processioni, eventi che mimano ed esaltano la nascita del Cristo. Il pranzo anche in queste zone è molto importante e varia da zona a zona e da regione a regione. Anche qui il Natale viene celebrato con luci, feste, vacanze e, siccome nell'emisfero sud è estate, anche con fuochi d'artificio soprattutto nelle città Brasiliane.
In molte aziende, scuole e comunità di molti paesi vengono organizzate ricevimenti e balli legati al Natale e sono feste che di solito lo precedono di diverse settimane.
Alcuni gruppi, invece, mettono in scena suntuosi spettacoli, specialmente in America Latina. Altri, organizzano canti erranti e visitano i vicini di casa intonando canzoni natalizie. Nel mondo anglosassone, queste canzoni vengono chiamate carolling. Altri ancora svolgono, durante queste feste, del volontariato al fine di raccogliere fondi, destinati ad opere di carità.
Sia nel giorno di Natale che nel giorno di Santo Stefano si preparano pranzi particolari, serviti con speciali menù variabili da paese a paese.
Nell'America Latina il Cristianesimo era inizialmente la religione dei conquistatori. Col passare dei secoli, si è trasformato in un grande contenitore in grado di cogliere e riunire sincreticamente le tradizioni indigene o importate dall'America, fino ad assumere caratteri nuovi e grande popolarità.

Secondo la consuetudine messicana, il Natale viene anticipato nei nove giorni precedenti, denominati las navidades, da celebrazioni religiose che hanno luogo in tutte le più importanti chiese. In queste giornate, che simboleggiano la gravidanza di Maria, in ogni casa si allestiscono le pifiatas, grosse pentole in coccio rivestite di carta stagnola colorata ai cui lati si applicano dei coni fatti con cartoncino o carta di riso, da cui pendono striscioline multicolori.

Le pifiatas vengono riempite di frutta di stagione (mandarini, arance, jicamas, albicocche, lime), confetti e pezzi di canna da zucchero. Chi ha poi bambini in casa, si diverte a fare con loro piccole pifiatas, preparate avvolgendo otto volte con della carta da giornale un palloncino gonfiato e spennellando poi la carta con una soluzione collosa di farina e acqua; a questo punto, si buca il palloncino e si decora la sfera rimasta che costituisce la base per coloratissime decorazioni che si rifanno spesso ai volti dei beniamini televisivi dei più piccoli.

Al termine dei nove giorni, in chiesa, in strada o in casa, si inscena una breve rappresentazione, conosciuta come las posadas, il nome che designava le locande per pellegrini un tempo situate lungo le strade maestre. Una coppia bussa ad una porta chiusa, recando delle candeline accese.
Impersonano Giuseppe e Maria, che vagano alla ricerca di un ricovero dove riposare, non avendo fin lì trovato alcun albergo. I padroni di casa tergiversano, secondo le prescrizioni rituali; infine, venuti a conoscenza della gravidanza avanzata di Maria, offrono loro alloggio. Tutti insieme, a mezzanotte, cantano, in un clima di grande festa, alla nascita di Cristo, che viene deposto nel presepe, mentre i bambini rompono con dei bastoni le pifiatas e si tuffano a terra, alla ricerca del frutto più buono. La caratteristica più evidente delle festività brasiliane di fine anno è il costante sincretismo fra elementi cristiani e non. Nel corso del tempo, l'arrivo nel continente di enormi quantità di africani in conseguenza al commercio degli schiavi e la presenza di colonizzatori cattolici, hanno portato allo sviluppo di forme religiose del tutto originali, in cui i santi cristiani e gli spiriti delle religioni africane si sono intrecciati in un indistinguibile amalgama. Ad esempio, a Florianopolis, un'isola a sud del Paese, l'ultima notte dell' anno si festeggia sulla spiaggia.

Accanto alle celebrazioni usuali (come in Europa, anche qui si sparano nel cielo fuochi artificiali, ma la funzione di scacciare l'inverno e richiamare il sole perde di senso; infatti, il Brasile e l'intera America del Sud sono collocati nell' emisfero australe e festeggiano il Natale e il Capodanno in piena estate), nella stessa spiaggia i cardesisti, seguaci della religione spiritista fondata da Alain Cardin, rigorosamente vestiti di bianco, danzano in tondo fino ad essere posseduti dagli spiriti. L'indomani, sempre dalla stessa spiaggia, si lanciano fiori in acqua in offerta a Yemanja, dea del mare e della prosperità appartenente al pantheon del candomblé, religione di origine loruba (termine che identifica l'insieme di popolazioni del sud-est nigeriano).

L'offerta a Yemanja interessa tutti, indipendentemente dal culto di appartenenza; ad essa partecipano sia cattolici che cardesisti, ma agli iniziati al eandomblé spetta anche il dono di cibo.
A conclusione del ciclo festivo è l'Epifania, molto sentita in tutta l'America Latina.

In Argentina come in Messico, la si festeggia consumando la rosea de los Reyes, una grossa ciambella nel cui impasto, arricchito di canditi, si nascondono a seconda del luogo due o tre bamboline o delle uova sode. Nelle famiglie tradizionali messicane, al momento della distribuzione del dolce ai commensali, si presta grande attenzione a chi andranno in sorte le bamboline, perché ad essi toccherà offrire una festa il giorno della Candelora. Se in Europa è la Befana a mettere i suoi regali nelle calze, in Argentina sono invece i Re Magi a visitare le case, elargendo doni ai bimbi che avranno messo fuori dalla porta le loro scarpe, accanto alle quali avranno preparato un catino d'acqua e qualche filo d'erba per i cammelli. Anche qui, i dispensatori di doni li mettono sempre in una calzatura.

Le scarpe infatti, come la calza della Befana o lo stivale di San Nicola, mettono in comunicazione l'uomo con il suolo e creano un legame con il sottosuolo magico. La cena della Vigilia si tiene dopo la messa di mezzanotte ed interrompe il digiuno rituale. In Messico, se nelle case meno abbienti il menu non si discosta affatto da quello quotidiano (frìjoles e tortillas), sulle tavole più ricche trionfano il tacchino ripieno di verdura o il cosciotto di maiale al forno, accompagnato dal guaeamole (salsa a base di avocado), piatti, questi ultimi, presenti in tutte le feste importanti.
In Argentina, il piatto principale è la earbonada eriolla, mentre la specialità brasiliana è una porchetta con una mela in bocca, adagiata su un letto di fette d'ananas e di pesche e circondata dalla jàrofa, una crema di farina di aipim (manioca), cipolla, aglio, coriche , grasso di maiale. La tradizione brasiliana prescrive che a Capodanno non si mangino gli animali che razzolano.


E i bambini? Loro sono sicuramente i protagonisti del Natale proviamo a veder come lo vivono in Messico
Ai bambini di tutto il mondo piace rappresentare la storia della natività; in Messico recitano l'episodio di Maria e Giuseppe in cerca di un riparo per la notte. La sera del 16 dicembre si comincia ad addobbare le case con piante verdi, muschio e lanterne di carta colorata. Poi i bambini formano una processione chiamata "posada": i primi quattro portano sulle spalle una tavoletta con le statue di Maria a cavallo dell'asino e di Giuseppe, dietro a loro camminano tutti gli altri bambini con una candela accesa in mano.
La "posada" passa davanti alle case di vicini e amici, mentre i bambini cantano in coro chiedendo ospitalità per Maria e Giuseppe. Tutti però li cacciano via, dicendo che non hanno posto e minacciando di picchiarli... La processione continua di casa in casa, finché qualcuno, finalmente li invita ad entrare.

Un'antica leggenda natalizia racconta la meravigliosa storia di una bimba messicana che non aveva niente da offrire a Gesù. La vigilia di Natale la piccola se ne stava tutta triste davanti alla porta della chiesa, osservando i fedeli che entravano con le loro offerte. Vicino a lei, mezza nascosta dalla vegetazione, c'era la statua di un angelo. La bambina allora, cominciò a strappare le foglie cercando di liberare la statua... all'improvviso udì una voce che le diceva: "Porta questa pianta in chiesa, Gesù vi benedirà entrambe". Obbedendo alla voce, la bambina fece un mazzo con i rami della pianta ed entrò in chiesa. Mentre avanzava verso il presepe, le foglie in cima ad ogni ramo diventarono rosso fuoco, come se stessero bruciando.. Quella bellissima pianta era la poinsezia che, da allora, si vende proprio nel periodo di Natale. Molti la chiamano Stella di Natale, in ricordo del miracolo che Gesù fece per quella bimba che lo amava tanto. I bambini messicani ricevono i regali il 6 gennaio per l'Epifania.


A Natale, invece, si organizza per loro un bellissimo gioco, "la pinata". E' un gioco tutto particolare che ai bambini piace moltissimo. Le pinatas sono delle brocche di terracotta decorate con arte, piene di caramelle e regalini. Hanno le forme più incredibili e fantasiose di animali, uccelli, pupazzi o palle. Il gioco si svolge di sera, dopo le preghiere della posada. Si appendono le pinatas in alto, ad un ramo o ad un palo e le si fanno dondolare. A questo punto i bambini, con gli occhi bendati, cercano di romperle con un bastone.
A forza di picchiare, qualcuno ci riesce e allora tutti si precipitano a raccogliere giochi, frutta e caramelle sparpagliate in terra.

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